Attenti al lupo

ATTENTI AL LUPO!

Il lupo è tornato! Pensavamo di averlo relegato nella favola di Cappuccetto Rosso e invece eccolo qui.

Tracce della presenza dei lupi sui nostri monti sono rimaste nella toponomastica con riferimenti ben precisi.
Nella zona boscosa di Colmegna, quasi al confine con Agra, ad esempio, esiste una località chiamata «Ca’ di lüff».
 Si sa per certo poi che in Valtravaglia, nel 1786, i lupi insidiavano il bestiame e nel 1789 una donna a Mesenzana era deceduta per essere stata morsa da un lupo affetto dalla rabbia.
Nel 1838 il Medoni riferiva, non senza qualche esagerazione, che lupi ed orsi si aggiravano sui monti di Pino e di Tronzano.
 Ancora, alla fine dell’ottocento sembra che i lupi avessero fatto strage di 200 pecore in località Ganacce a Monteviasco.Peraltro la cronaca del tempo registrava la presenza vera o presunta di questi animali alle Motte e ad Agra nell’inverno del 1895.

Vicende lontane nel tempo da relegare nel mondo della fantasia, ma la realtà talvolta ci stupisce. Ululati, impronte e avvistamenti di predatori: il lupo è diventato un tema molto attuale non solo in Svizzera, ma anche in Italia. Nell’alto Varesotto e nell’area luinese sono state segnalate diverse presenze di questo animale, suscitando preoccupazione tra gli allevatori locali.
È, infatti, di questi giorni la notizia che dei lupi hanno sbranato due capre.
 Ad affermarlo è Emanuele Brancher, proprietario, allevatore e coltivatore della Fattoria Roccolo di Dumenza, che si trova sul versante nord del Monte Lema a due passi dal confine italo-svizzero.

Tranquilli però non rischiamo di incontrarlo durante la prossima gita in montagna: il lupo ha imparato a sue spese che dagli umani è meglio stare alla larga. Però può anche attaccare le stalle: e infatti non tutti sono contenti di rivederlo.
Il ritorno del lupo ha qualcosa di affascinante. All’inizio degli anni settanta in Italia ne sopravvivevano un centinaio, quasi tutti arroccati nelle montagne dell’Abruzzo; quarant’anni dopo il lupo è tornato a colonizzare anche zone dove non si vedeva da più di un secolo.
Dal punto di vista ecologico, la ripresa del lupo è una buona notizia: nell’equilibrio naturale serve anche il predatore.
Il problema è che il lupo è tornato in territori dove sono presenti anche gli esseri umani, e questo è fonte di conflitto.
 Attacca gli animali al pascolo, pecore, capre e a volte cavalli.
In Svizzera si contano circa 300 esemplari, però i numeri svizzeri impallidiscono rispetto a quelli europei.
Dopo la scomparsa a metà del XX secolo, nell’Unione Europea vivono oggi più di 20.000 lupi.
Si tratta di un animale che può percorrere centinaia di chilometri, viaggiando anche a 30 chilometri all’ora.
Sa passare inosservato, in assoluto silenzio, per lui non esistono frontiere.
 Quindi anche la nostra zona è un territorio estremamente vulnerabile.
Peraltro i Paesi con le maggiori popolazioni di lupi – secondo le stime del 2021 – sono l’Italia (3.307), la Romania (2.500 – 3.000), la Bulgaria (2.712) e la Polonia (1.886), mentre la vicina Francia ne ospita 783.

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