tratta dal libro di Anna Pedroli Piazza e Emilio Rossi
Adagiata in una verde insenatura e Colmegna, appare come una perla incastonata tra due promontori che da nord e da sud la proteggono dall’ingiuria dei venti. Dalla riva del lago il suo territorio si espande come un gigantesco anfiteatro verso la montagna soprastante, raggiungendo i confini del limitrofo comune di Agra. Negli anni ’50, i villeggianti milanesi che non potevano per mettersi il lusso di una vacanza in riviera la definirono la Piccola S. Remo del Lago Maggiore. Lo annunciava puntualmente a gran voce il Giuan Bologna all’arrivo della corriera, guidata dal Miglio Evangelisti. Fu così che un’anziana signora, diretta per la prima volta a Colmegna..
”Oh Colmegna mia quanto ti amo! Vorrei essere poeta per dire a te la mia lirica ardente. Vorrei essere grande per deporre ai tuoi piedi la mia gloria. Vorrei avere il genio, la scintilla divina dell’arte, il fremito, il grido possente che erompe dal petto in un cantico di trionfo, sopra tutti gli altri cantici, sopra tutti gli altri fremiti per parlare di te Colmegna. Anche se sei piccola, tu sei grande. I tuoi abitanti erano povera gente, ma con cuore aperto,con passione, con fede e con ansia attesero i giorni migliori che ora sono arrivati.”