LA STORIA DEL SANTUARIO DI ARDENA

1979: nella canonica del santuario di Ardena, 

sei persone testimoniarono di avere visto bicchieri, tazzine e immagini religiose muoversi e passare attraverso i muri.
Proprio per questo motivo molti esperti del paranormale sono giunti ad Ardena durante gli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso, per indagare questi inspiegabili fenomeni.  

Lo riferisce un articolo della PREALPINA del 18 Agosto 2024.

Quest’aura di mistero contribuisce a rendere il santuario della Madonna di Ardena un luogo ancora più intrigante e carico di un fascino d’altri tempi.  
Edificato all’inizio del ‘600, il nome del santuario della Madonna di Ardena è legato all’assunzione di Maria e alla tradizione che vuole che il quadro di Maria e del Divini Infante posto in una cappelletta lungo l’antico sentiero per Lavena sia stato trovato per ben due volte nel Campaccio, ovvero nel luogo dove sorge oggi il santuario.

Il miracolo

Il miracolo principale fu quello ricevuto da un tale Jacopo Bettolo di Ardena, il quale soffriva di un intenso dolore ad una gamba che gli impediva di camminare.
Le provò tutte per tornare in salute.
Niente.
 A quel punto decise di affidarsi alla Madonna di Ardena e guarì.
 Una situazione simile avvenne per una donna di Voldomino.
 Tutti questi episodi spinsero la diocesi a costruire un oratorio al posto della cappelletta che in seguito sarebbe divenuto il santuario che ancor oggi si ammira.
 La piccola chiesa ai suoi inizi era curata e abitata da un’eremita che ricavava di che vivere da quanto lo circondava e che riceveva un contributo pecuniario dal Regio Impero.
Inizialmente la strada percorribile per giungervi non aveva affatto l’aspetto di oggi, i sentieri allora erano a volte impraticabili a causa del maltempo e delle condizioni climatiche avverse.
Eppure ciò non scoraggiò i pellegrini che per decenni vi si recavano pregare.
 Ardena divenne meta di pellegrinaggi, di miracoli, di particolari episodi mistici.
 La notizia dei miracoli si sparse nella zona e sopra il Ceresio iniziarono ad arrivare persone da tutte le parti in quella che fu definita la Lourdes dell’alto Varesotto.
Qualcuno giurò perfino di vedere gli occhi della Madonna piangere, altri notavano che l’effigie della Vergine talvolta diventasse più chiara oppure che dalle unghie del bambino uscisse un liquido.
Al circolo «La Breva» di Lavena Ponte Tresa dobbiamo la riscoperta della storia del santuario, grazie a un documento trovato nell’archivio della Fondazione Rusca di Como, sede del seminario della diocesi.

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