Don Angelo Frascoli

Chi era Don Angelo Frascoli?

 

Forse pochi ricordano ancora la figura di questo sacerdote. Don Angelo Frascoli, quando la cappellania di Colmegna venne aggregata a Maccagno Inferiore, ne divenne il parroco.
 Correva l’anno 1936. Don Giuseppe Guaitini, dopo 33 anni a Colmegna, aveva presentato le sue dimissioni per ragioni di salute.
 Il paese rimase senza un prete per ben 5 anni, fino all’arrivo di un altro don Giuseppe, Tradati per l’appunto, nel 1941.
Nel frattempo con la sua bicicletta don Frascoli ogni settimana si recava a Colmegna per la celebrazione della messa festiva.
 Era un uomo minuto, ma di grande levatura intellettuale, appassionato cultore delle opere di Manzoni che era solito citare nelle sue omelie.
Era stato parroco di Lozzo dal 1924 al 1930 ed aveva a malincuore accettato la parrocchia di Maccagno Inferiore a causa delle sue cagionevoli condizioni di salute.
Vi rimase comunque per ben 34 anni.
A compromettere la sua già fragile tempra contribuirono certamente i 5 anni di servizio militare prestati durante il periodo della prima guerra mondiale, dopo una forzata sospensione degli studi.  
A Maccagno e a Colmegna si era conquistato la stima dei suoi fedeli che riconoscevano in lui grandi doti di equilibrio, accompagnate da una profonda fede.
Una mitezza la sua che avvinceva coloro che si affidavano alla sua lungimiranza per le loro scelte di vita.
 Anche i fedeli di Colmegna conservarono sempre un grato ricordo di lui come attesta la foto che ritrae una significativa rappresentanza di Colmegnesi intervenuta alla festa del suo ottantesimo compleanno.

Testimonianz

Immagini da giornali dell’epoca

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Testimonianze

 

In occasione del suo 60° di sacerdozio fu data alle stampe una pubblicazione dal titolo «SIAMO STATI COSI’». Raccoglieva tra l’altro le testimonianze di molti parrocchiani.
 Ne ricorderemo alcune.

«A Maccagno Schuster era affezionato perché come segretario in Curia aveva padre Terraneo che aveva avuto la parrocchia a Maccagno quando era rimasta vacante. Tantissime volte aveva chiesto a don Angelo di andare in Curia come segretario, mentre lui nella sua modestia aveva sempre rifiutato perché non si sentiva all’altezza di un compito del genere».

«Teneva un giardino arricchito di piante e di fiori.
Si è constatato che quando regalava i suoi innesti alla gente non era facile che questi attecchissero, mentre curati da lui resistevano.
 Teneva molto al verde e alla natura perché era appassionato. Aveva uno spirito di poeta e letterato»

«Era molto parsimonioso poiché viveva con la sorella, la quale aveva adottato un allievo missionario»

«Partiva spesso in bicicletta per andare a Colmegna: andava un po’ stortino perché non è mai stato capace di imparare bene»

«Ricordo la sua grande commozione quando per la prima volta vide la televisione e fu in occasione della nomina ad Arcivescovo di Milano di Mons. Montini.
 Vide anche alla televisione la nomina di Giovanni XXIII e di Paolo VI».

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