GLI ANNI RUGGENTI DELLA NOSTRA VITA

Erano gli anni ruggenti dell’immediato dopoguerra in cui i rappresentanti dei partiti si affrontavano in animati confronti sulle piazze, finalmente senza incidenti di rilievo.
Erano i primi passi di una democrazia negata per tanti anni.
La Chiesa dal canto suo non restò con le mani in mano. Di fronte all’incombente pericolo di un possibile asservimento dell’Italia ai diktat del Cremlino, mise in atto tutte le sue migliori energie.

Prime votazioni

Fu così che negli anni 1947/49, in tutti i paesi, anche nei più sperduti, giunse la Madonna Pellegrina, accompagnata da validi predicatori in grado di ammaliare le folle dei fedeli, attratte da quella inattesa peregrinatio Mariae dopo gli orrori di una guerra devastante.

Ci fu chi, e non a torto, ravvisò in queste celebrazioni religiose, un autentico contraltare alla propaganda comunista che si concretizzò emblematicamente nelle elezioni del 1948 con il manifesto «Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no».

Anche nelle chiese durante missioni straordinarie i predicatori simulavano, in un finto duello, il ruolo di Satana e quello di Dio.
 E la gente accorreva cantando antiche salmodie penitenziali di facile memorizzazione come “Gesù mio, con dure funi come reo chi ti legò?
Sono stati i miei peccati, Gesù mio, perdon, pietà”.
 Non ci volle molto a sdrammatizzare la situazione per cancellare un eccessivo senso di colpa collettivo trasformando il ritornello in “sono stati i preti e i frati, Gesù mio perdon pietà”.
 Note di sana ironia che aiutavano ad alleggerire un clima già troppo pesante per i postumi di una guerra durata cinque lunghi anni.
Anche a Colmegna i dibattiti preelettorali si tennero in piazzetta, nel cuore del vecchio borgo con un politico che arringava i presenti dall’alto della lobbia dell’Angiolinetta ed un altro, a debita distanza, tra gli smarriti spettatori.

E una sera d’estate del 1947 giunse a Colmegna la statua della Madonna Pellegrina, accolta da una fiaccolata alla riva e accompagnata in chiesa dove fu vegliata per tutta la notte.
 Un frate al seguito tenne il discorso di circostanza invitando i fedeli a dimenticare gli orrori della guerra e ad affidarsi alla protezione della Vergine, fiduciosi in un futuro di pace.

Cardinal Schuster  

E non mancarono le visite pastorali del cardinal Schuster che giungeva la mattina di buonora, in orari che oggi non sarebbero nemmeno concepibili.
Una volta gli uomini designati a portare il baldacchino, partendo dalla chiesa prima delle sei, lo trovarono a passeggiare sulla riva del lago, mentre recitava il suo breviario.


Nessuna sorpresa perché Schuster era l’uomo delle sorprese.
 Durante la conversazione preliminare con i bambini, prima dell’amministrazione della Cresima era solito sovvertire gli schemi consueti che consistevano nella ripetitiva narrazione a scopo catechetico della favola della cicala e della formica per fare un’inaspettata incursione su problematiche che riguardavano la parrocchia in particolare.
L’imbarazzo dei parroci era tangibile, anche perché l’arcivescovo non risparmiava loro solenni lavate di capo all’occorrenza.

Novità a Colmegna

Nel 1956 un avvenimento segnò la vita del paese: Colmegna fu aggregata al comune di Luino. Un passaggio non indolore segnato da lacerazioni interne tra coloro che volevano tenacemente conservare i legami con Maccagno e coloro che invece si aspettavano grandi cambiamenti dall’unione con Luino.
 Chi aveva ragione? Ai posteri l’ardua sentenza.

by Milo

Erano tempi di grande fermento e cambiamento. Dopo anni di conflitti e privazioni, la società stava finalmente riscoprendo il valore del dibattito pubblico e della partecipazione democratica. Le piazze diventavano luoghi di confronto e discussione, dove i rappresentanti dei vari partiti politici potevano esprimere le loro idee e visioni per il futuro del paese. Questo periodo segnava l’inizio di una nuova era, in cui la democrazia, a lungo negata, cominciava a prendere forma e a consolidarsi.

by AI

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