La Bellavista

Lassù, nella casa natale alla Torretta, giungeva il suono delle campane di Agra nelle giornate ventose e quello della parrocchiale di Luino, foriero di un imminente temporale.
E nelle calde serate estive si udivano in lontananza dalla Bellavista, come da un flauto di un fauno del bosco, le suadenti note dell’ocarina.
Era il Liborio.
Che cosa fosse l’ocarina, nessuno lo sapeva.
Qualcuno aveva azzardato l’idea che avesse qualcosa in comune col collo dell’oca e ci aveva pure azzeccato.
Le note si mescolavano con la leggera brezza di monte che calava ristoratrice dopo una giornata infuocata.
Il Liborio era accudito da una fedele collaboratrice domestica, la Irma, una donnina minuta con degli occhiali troppo grandi per il suo viso.
Scendeva a valle solo il mercoledì per le provviste e si trascinava una capiente borsa nella quale stivava tutto il necessario per il ménage quotidiano.
Dopo una carriera di imprenditore turistico in quel di Cossano, il Liborio era tornato a vivere alla Bellavista, che negli anni trenta era stata trasformata in una caserma della finanza, come distaccamento della Brigata di Dumenza.
UN GIOVANE FINANZIERE SARDO IN TERRA LOMBARDA

Ed è proprio qui, alla Bellavista, che il finanziere Salvatore Corrias, poco più che ventenne, venne inviato.
Un paesaggio molto diverso dal natio borgo di San Nicolò Gerrei, distante una cinquantina di chilometri da Cagliari.
Salvatore però visse questa esperienza con animo sereno, come risulta da una sua lettera scritta ad un collega: «Il distacco da un paese all’altro non mi ha fatto alcuna impressione […].
Agra è un paese che conta circa un migliaio di abitanti, è situata su una collina la cui altezza non supera i 700 metri, prospiciente sul Lago Maggiore.
A breve distanza si scorgono, lungo la vallata, gli altri paesi della zona.
Dista dal lago circa 6 chilometri e il dislivello aumenta fino a raggiungere la sommità della collina. La gente è buona ed affabile; il paesaggio ha del pittoresco».
UN GIOVANE FINANZIERE SARDO IN TERRA LOMBARDA
Ed è proprio qui, alla Bellavista, che il finanziere Salvatore Corrias, poco più che ventenne, venne inviato.
Un paesaggio molto diverso dal natio borgo di San Nicolò Gerrei, distante una cinquantina di chilometri da Cagliari.
Salvatore però visse questa esperienza con animo sereno, come risulta da una sua lettera scritta ad un collega: «Il distacco da un paese all’altro non mi ha fatto alcuna impressione […].
Agra è un paese che conta circa un migliaio di abitanti, è situata su una collina la cui altezza non supera i 700 metri, prospiciente sul Lago Maggiore.
A breve distanza si scorgono, lungo la vallata, gli altri paesi della zona.
Dista dal lago circa 6 chilometri e il dislivello aumenta fino a raggiungere la sommità della collina.
La gente è buona ed affabile; il paesaggio ha del pittoresco».
GIUSTO TRA LE NAZIONI
Trasferito negli anni successivi nella caserma del Bugone di Moltrasio, durante la guerra, Salvatore Corrias insieme alla sua brigata si adoperò con ogni mezzo per favorire la fuga verso la Svizzera di centinaia di perseguitati politici, di intere famiglie di ebrei, che affluivano da Cernobbio e da Moltrasio, nonostante i costanti controlli di frontiera, resi particolarmente severi dai tedeschi e dalla Milizia Confinaria.
Alcuni furono perfino ospitati nella stessa caserma del Bugone dove talvolta condividevano il pasto con i finanzieri: un tozzo di pane e un bicchiere di latte di capra.
Valeria Ancona, di origine ebraica, testimoniò in seguito l’eroismo di Corrias, raccontando di come ubriacò i soldati tedeschi che controllavano il varco per permettere a lei e agli altri clandestini di fuggire oltreconfine.
Il 28 gennaio del 1945, l’avventura umanitaria di Salvatore Corrias ebbe termine. Catturato dalle brigate nere, in prossimità del confine, dopo aver portato in salvo un ex prigioniero inglese, l’eroico «amico degli ebrei» venne freddato da una raffica di mitra nel recinto della sua caserma.
Il corpo rimase in quel luogo, sepolto dalla neve e recuperato al disgelo nel maggio del 1945 dai partigiani della Artom, che lo seppellirono a Moltrasio.
Nel 2006, grazie alla testimonianza di Valeria Ancona e di numerosi documenti, la Commissione dell’Istituto Yad Vashem ha concesso alla memoria del finanziere Salvatore Corrias la Medaglia di Giusto tra le Nazioni.