«Chi salva una vita salva il mondo intero»
dal Talmud di Babilonia

Il bene ed il male si sedimentano nella memoria collettiva, ma al momento opportuno emergono con configurazioni diverse.
Questa testimonianza postuma conferisce alla figura di GIOVANNI CASNEDI una luminosità sconosciuta, rimasta celata dietro un velo di modestia personale.
Articolo Sul Corrire del Verbano
Colmegna di Luino 17 settembre 1943
Val Dumentina, notte.
Quarantadue uomini sulla strada della Svizzera.
I nostri passi incerti seguivano te, impavida guida, che sicura per le balze del Monte Lema ci portavi alla libertà e alla salvezza.
Eri tu Giovanni Casnedi, che per un grazie e una stretta di mano, col tuo cuore di alpino, ci aiutasti nel momento più incerto.
Tu fosti allora la patria, la bandiera, la speranza nell’ora più tragica.
Il professore di musica ebreo, io sbandato, il politico, l’ufficiale, la recluta che smarriti a te si rivolsero, erano tutti fratelli del bisogno, erano tutti italiani che in te trovarono la mano amica nella via dell’esilio.
Quanti viaggi facesti?
Rischiasti l’arresto, la deportazione e la morte!
Ne gloria l’onore ti vennero, solo il ricordo di te nei nostro cuori, o cara vecchia penna mozza!
Non cambiati il corso della storia, ma cambiasti il nostro destino.
A te ci stringiamo nell’ultimo abbraccio, o amico sincero che un crudele fato ha spento anzitempo.
Sarai sempre in noi, poiché i nostri figli, le nostre case, i nostri effetti li dobbiamo a te, forse tu ci salvasti la vita !
Marcello Saporetti