I LUOGHI DELLA MEMORIA
Luogo testimone di tante pestilenze
Si staglia alta tra i frondosi castagni sopra un masso roccioso.
È lì muta da secoli la croce, religiosamente custodita di generazione in generazione.
Il ricordo è affidato unicamente alla memoria collettiva, tramandata dai nonni ai nipoti nelle lunghe serate d’inverno, quando, invece del televisore, erano gli anziani che tenevano banco.
Nulla andava smarrito: i racconti erano circonfusi dal fascino del narratore che diveniva simultaneamente memorialista e istrionico attore, capace di suscitare brividi ed emozioni tra i giovani astanti.
Dunque il Moet da Crös (La motta della croce) identificava un luogo, testimone delle grandi pestilenze che colpirono le nostre terre.
Famosa quella che si diffuse nel territorio milanese tra il 1576 – 1577 chiamata peste di San Carlo e quella ben più grave del 1630 descritta nel romanzo I PROMESSI SPOSI da Alessandro Manzoni.
Anche i nostri territori non furono risparmiati e i contagiati dal terribile morbo venivano relegati ai margini dei paesi in lazzaretti contigui ai luoghi di sepoltura delle vittime.
Non lontano dalla croce esisteva, infatti, un’area recintata da un muretto in sasso che con ogni probabilità circoscriveva il lazzaretto vero e proprio.
Questa la tradizione orale che conferisce significato sacrale al Moet da Crös, silvestre sentinella ad indicare che il dramma di allora può ancora affliggere, in forme diverse, le moderne società del benessere.