Giuan Bologna

Lo chiamavano così, ma nessuno sapeva perché. 

Stazionava sul lungolago di Colmegna, non lontano dalla sua abitazione.

Sempre seduto su quel sasso sopra la scaletta

Piuttosto claudicante, si era ricavato il ruolo di Cicerone locale, specie quando arrivava la corriera da Luino. 
All’aprirsi delle portiere si udiva, infatti, la sua voce tonante che annunciava «San Remo».

Colmegna, non si sa da chi e non si sa da quando, era definita «la piccola San Remo del Lago Maggiore».
Forse era stato proprio lui, il Giuan Bologna, a conferirgli quell’altisonante titolo.

Un bel  giorno…

 Sta di fatto che una volta un’ignara villeggiante proveniente da Milano per soggiornare qualche settimana a Colmegna si ritrovò al capolinea di Maccagno Superiore.
Apriti cielo: la signora incominciò a inveire contro l’incolpevole autista, il Miglio, perché non aveva segnalato la fermata di Colmegna.
 In realtà era stata tratta in inganno dal consueto annuncio del Giuan Bologna.
 Toccò al Miglio riportarla indietro con un taxi a sue spese.

La Ida e il Berto

Durante i periodi freddi o in condizioni di tempo avverso lo si trovava rintanato nell’osteria del Berto e della Ida. La Ida, oltre che ostessa, fungeva da postina del paese che percorreva quotidianamente per smistare lettere, cartoline, giornali e pacchi.

 

La burla più famosa

 che si ricorda però è quella che coinvolse suo malgrado uno sfortunato pescatore milanese della domenica.
Aveva lasciato la sua canna sul molo concedendosi una pausa pranzo presso il Miralago.
 Il Giuan Bologna non aspettava altro, recuperò un vecchio scarpone malandato e lo appese all’amo.
Al suo ritorno il pescatore ebbe un momento di inaspettata felicità: nel riavvolgere il mulinello avvertì che all’amo era appeso qualcosa di pesante.
Non gli era mai capitato in vita sua.
 Ben presto la speranza lasciò il posto ad un’amara delusione.
Il Giuan Bologna, nascondendo la sua soddisfazione per la piena riuscita della burla, si presentò con un volto innocente commentando: «Ma quello è il mio scarpone che mi è scivolato nel lago qualche giorno fa».
Indescrivibile l’espressione del pescatore oscillante tra la sorpresa e l’ira a stento trattenuta per quello che ormai si era palesato come un’umiliante beffa da manuale.

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