SAN CARLO TRA STORIA E LEGGENDA
Anche a Colmegna il passaggio di San Carlo fu vissuto nel clima di generale esaltazione che accompagnò in tutta la vasta diocesi milanese le sue ripetute escursioni pastorali, come un avvenimento eccezionale denso di contenuti emotivi.
Si dice, infatti, che il Santo vescovo, reduce dalla visita pastorale alla parrocchiale di Agra, diretto a Colmegna, il 5 luglio 1574, trovandosi a passare per un sentiero impervio in mezzo ad una fitta boscaglia, stanco per il lungo cammino, si sedette e chiese un sorso d’acqua per ristorarsi.
Le scorte però erano finite e nelle vicinanze gli inservienti al suo seguito non avevano trovato neppure una sorgente.
Il Santo allora stese la sua mano e dalla viva roccia scaturì una polla d’acqua freschissima. Nacque così la sorgente del Bagnaré , tra la località Bisciacca e il Ronchetàsc .
Essa, fino a qualche anno fa, alimentava un bacino che forniva acqua a tutta la frazione Torretta.
Un episodio analogo viene ricordato anche dagli abitanti della valle Troggia sopra Introbio dove San Carlo, secondo un’antichissima tradizione, avrebbe percosso una rupe dalla quale sgorgò allora per la prima volta l’acqua.
Simili episodi però mal si conciliano con la ben nota propensione di San Carlo a sopportare dure astinenze nelle più disparate condizioni climatiche, ma, si sa, anche i santi possono avere le loro debolezze.